di Claudia Viggiani

Negli ultimi dieci anni è successo qualcosa di così tanto grave che ha portato gli italiani a non interessarsi più all’arte.
Da tempo oramai, chiunque operi nel settore della promozione e valorizzazione dei nostri beni culturali ha difficoltà a capire cosa poter fare per convincere i cittadini che vivono in posti bellissimi a frequentarne in modo costante i siti artistici, i musei e le aree archeologiche.
Non c’è più un’educazione all’arte e soprattutto al bello e nessuno pensa più a quanto sia importante preservare, innanzitutto nella nostra mente, ciò che di più caro abbiamo ereditato.
La capacità di vedere il bello si acquisisce con l’esperienza e la frequentazione; con la passione e l’entusiasmo e senza troppe ansie.
Credere che la fruizione dei beni culturali debba essere gratuita è, ad esempio, il più grande malinteso che ci possa essere.
La conservazione delle opere, dei manufatti e del personale che li vigila ha un costo che va pagato.
Riprendiamoci la nostra cultura, la nostra vera ricchezza e visitiamo, sempre più assiduamente, i posti dove l’arte è solo un corollario di quel benessere e di quella felicità che tutti cerchiamo con inutile bramosia.
Il bello che fa stare bene, che riempie gli occhi e la mente è sempre accanto a noi, e la gioia arriva con la capacità di vederlo.